L’attività fisica come standard di cura nel paziente in trattamento oncologico attivo

L’attività fisica come standard di cura nel paziente in trattamento oncologico attivo: le nuove linee guida dell’American Society of Clinical Oncology

L’attività fisica è definita dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come ogni movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che comporti un dispendio energetico; sono quindi incluse, oltre a tutte le attività sportive, anche tutte le attività come il giardinaggio, i lavori domestici e le attività ricreative.

Secondo l'OMS, una persona è da considerarsi fisicamente attiva se ogni settimana riesce a effettuare 150-300 minuti settimanali di attività fisica aerobica come camminare, correre o pedalare con moderata intensità o 75-150 minuti settimanali di attività fisica aerobica vigorosa come la corsa, la bici, gli sport acquatici e di squadra, oppure combinazioni equivalenti delle due modalità.

I benefici dell’attività fisica nel mantenimento del benessere e nella prevenzione di molteplici patologie sono ormai ben noti, ma per quanto riguarda invece l’attività fisica come risorsa terapeutica durante il percorso oncologico ancora non c’è molta chiarezza.

Se parliamo di prevenzione dei tumori, secondo l’ultimo report del World Cancer Research Fund (WCRF) essere fisicamente attivi riduce il rischio di sviluppare il tumore del colon retto, del seno e dell’endometrio.

Nel caso del tumore del seno c’è una distinzione tra periodo pre e post menopausa: nelle donne in menopausa anche un’attività fisica leggera (es. camminata, lavori domestici, giardinaggio) incide positivamente sulla diminuzione del rischio di sviluppare un tumore del seno mentre per il periodo fertile l’attività fisica più protettiva deve essere vigorosa-intensa.

La notizia ancora più interessante viene dalle ultime linee guida dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), pubblicate poche settimane fa, che focalizzano l’attenzione proprio sui pazienti oncologici in trattamento attivo e sottolineano il ruolo dell’attività fisica nel mitigare gli effetti collaterali. Secondo queste evidenze, gli oncologi dovrebbero raccomandare attività fisica di tipo aerobico e di resistenza ai pazienti in trattamento oncologico attivo con intento curativo.

Più precisamente, un’attività fisica moderata praticata durante la chemioterapia e la radioterapia riduce la fatigue, quella sensazione di estrema stanchezza fisica, emotiva e cognitiva, tipica dei pazienti in corso di terapia che interferisce con le più semplici attività quotidiane e con la qualità della vita.

La pratica dell’attività fisica durante le cure oncologiche preserva le capacità cardiocircolatorie, migliora la forza muscolare e la funzionalità fisica. Inoltre, riduce la percentuale di massa grassa e induce un incremento della massa magra, riducendo così la probabilità di andare incontro a sarcopenia, obesità e problemi metabolici che possono insorgere durante il percorso terapeutico.

Nelle pazienti con tumore del seno l’attività fisica riduce gli episodi di ansia e depressione e migliora la qualità del sonno.

Inoltre, è stato osservato che i pazienti che praticano attività fisica aerobica e di resistenza hanno un rischio più basso di sviluppare disturbi di tipo cognitivo e hanno una migliore qualità della vita.

Sulla base di queste linee guida, la prescrizione dell’attività fisica dovrebbe essere incorporata come parte delle cure oncologiche standard, in quanto aumenta la tollerabilità ai trattamenti oncologici e migliora lo stato di salute dei pazienti. Purtroppo, questo obiettivo è ancora largamente disatteso, anche in centri oncologici di eccellenza.

Grazie alla Komen Italia, presso il Centro per i Trattamenti Integrati in Oncologia della Fondazione Policlinico Gemelli le pazienti con tumore del seno in attesa di intervento chirurgico e le pazienti candidate alla chemioterapia neoadiuvante ricevono delle raccomandazioni sull’attività fisica da svolgere e vengono inserite su una piattaforma digitale (Pinktrainer®) che consente loro di svolgere un programma di allenamento specifico per la fase del percorso terapeutico, erogato tramite un’applicazione da scaricare sul cellulare.

Dott.ssa Cristina Rossi

Biologa Nutrizionista-PhD

Centro Komen Italia per i trattamenti integrati in Oncologia

Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli-IRCCS-Roma